L’ECCESSO DI GRASSO NEL FEGATO DEVE ESSERE CONTRASTATO
L’accumulo di grasso nel fegato oltre il normale ( Steatosi epatica ) rappresenta oggi una patologia
emergente che, una volta individuata, merita di essere sottoposta ad attenta sorveglianza. Abitualmente
compare in soggetti dediti all’alcol, obesi, diabetici o con la cosidetta sindrome metabolica ( steatosi
secondaria ) ma non infrequentemente viene messa in evidenza in persone apparentemente sane, tutt’al
più in modesto sovrappeso ( steatosi primitiva ).
Perché è importante sapere di avere un fegato grasso? Per due ragioni fondamentali, primo perché a lungo
andare si può determinare un danno progressivo epatico e secondo perché può essere la spia di una
deposizione di colesterolo e trigliceridi lungo le arterie del cervello o del cuore
La steatosi epatica si diagnostica mediante la presenza di due segni, un aumento anche modesto delle
transaminasi ( AST e ALT ) e delle gammaglutamiltranferasi ( GGT ) e un particolare aspetto del fegato
all’esame ecografico. Quando si legge nel referto dell’ecografista di “ fegato riflettente “ ( brithing liver )
bisogna sospettare una steatosi e provvedere.
E’ molto importante comunque che l’esame ecografico del fegato sia condotto con un’apparecchiatura
dotata della migliore risoluzione e soprattutto da persona molto esperta, meglio se radiologo, dato che
la valutazione diagnostica è del tutto individuale, senza che la documentazione allegata possa servire per
una verifica del referto come è possibile per il risultato di una radiografia, di una TAC o di una risonanza
magnetica ( RMN ).
Considerando che un’ecografia non è in grado di svelare un accumulo di grasso inferiore al 25-30%, le sue
caratteristiche operative sono state fissate dal Ministero della Salute nel 90% di sensibilità e nell’82% di
specificità con un rapporto veri/falsi positivi intorno al 5%. La correlazione tra aspetto istologico ed
ecografico dà cifre leggermente inferiori, aggirantisi rispettivamente sul 70 e 77%.
D’altro canto tentativi di valutare in modo più preciso la quantità di grasso nel fegato con l’aiuto di TAC e
RMN non hanno dato risultati riproducibili e oltretutto sono troppo costosi. Nei casi dubbi si può ricorrere
alla puntura del fegato ma si tratta, come è noto, di una tecnica invasiva.
Comunque tutti gli AA che si sono occupati del problema ribadiscono che la percentuale di errori
diagnostici può essere limitata soltanto da operatori all’altezza.
La steatosi primitiva viene indicata come NAFLD ( non alcoholic fatty liver disease ). Essa può
progredire verso una forma di fibrosi capace di alterare profondamente la struttura del fegato, NASH
( non alcoholic steatohepatitis ), capace di provocare una grave insufficienza dell’organo, tale da
richiedere il trapianto. In effetti si tratta, come già detto, di una patologia emergente che tende a sostituire
l’epatite cronica da virus nell’incidenza.
La diagnosi di steatosi epatica non alcolica, soprattutto se in assenza di altre patologie, obbliga in ogni
caso ad approfondire sia il metabolismo dei grassi che quello degli zuccheri, ricorrendo alla determinazione
dell’assetto lipidico ( trigliceridi, colesterolo totale e HDL, acidi grassi non esterificati ) e glicidico ( glicemia e
insulinemia a digiuno e dopo 2h dal pasto, insulinoresistenza, glucagone ). Va aggiunta naturalmente
un’attenta disanima del sovrappeso e della distribuzione del grasso viscerale, tenendo presente che una
quota anormale di adipe richiede una maggiore secrezione di insulina e a lungo andare può finire con
l’esaurire le riserve delle cellule beta del pancreas.
Un altro settore da esplorare è quello cardiocircolatorio ( radiografia telecuore, elettrocardiogramma,
ecocardiogramma, VES, PCR e altro ).
Contro la steatosi i provvedimenti più importanti riguardano l’alimentazione e l’attività motoria, con
il preciso obbiettivo di ridurre il peso ed i parametri metabolici entro i limiti previsti nelle apposite
tabelle. L’eliminazione degli alcoolici, compresa la birra, e dei grassi animali sta alla base di qualunque
controllo del peso, favorita da un apporto calorico ragionevole. In più è necessario muoversi gradatamente
fino a consumi programmati anche in rapporto alle possibilità e abitudini individuali; un consiglio banale
riguarda un minore impiego dell’auto e un percorso a piedi quotidiano, camminando in piano.
Sono anche previste sedute in palestra ( cyclette, tappeto rotante etc )
Non esistono terapie specifiche. Utile l’uso di farmaci atti aa aumentare la sensibilità dei tessuti all’azione
dell’insulina ( metformina e altro ).